Vien di molto commendata la di lui pietà, e lo zelo per la sua diocesi, la carità verso i poveri, e l’affabilità, e la piacevolezza, con cui trattava tutti (1516).
      Si trattenne il marchese de los Veles in Messina per tutto l’anno 1644. L’oggetto principale della sua dimora era appunto di fortificare quel littorale per il pericolo, in cui era il regno, di essere invaso da’ Turchi, che armavano poderosamente contro l’isola di Malta (1517). Era a temersi che, se eglino giungeano a sottomettere quella isola, non tentassero di poi di assalire la Sicilia. Questo vicerè adunque, chiamati varî ingegnieri militari, fe visitare, e risarcire le fortezze di Messina, di Siracusa, di Agosta, di Milazzo, e di Trapani, nella prima delle quali fe fabbricare un baluardo sulla imboccatura del porto, e fe anche ergere un forte, che fu detto Torre Vittoria; fe inoltre leva di cavalli, e di corazzieri, e nominò per suo vicario generale nella valle di Noto, ch’era la più esposta, il principe di Monforte, ch’era stato strategoto di Messina. In Palermo ancora, sebbene fosse più lontano il pericolo, ordinò che si alzassero dalla parte meridionale delle trincee, e delle strade coperte; elesse alcuni capitani, a’ quali prescrisse che girassero per la città colle loro compagnìe. Volle inoltre, [330] che la notte fosse guardata la torretta della Garita, e comandò che le tre nazioni, la genovese, la napolitana, e la milanese, che dimoravano in diversi quartieri della capitale, e che ancora la gente del foro, dell’ammiraglio, e della dogana facessero a vicenda la guardia, e custodissero la città (1518).