Teatini, dove fu esposta per altri 15 giorni alla pubblica venerazione. Mentre i popoli con atti di pietà frequentavano quel tempio, agli 8 del mese si rannuvolò il cielo, e cominciarono a cadere le sospirate pioggie, le quali continuarono per tutto il regno, e racconsolarono gli afflitti Siciliani. Nel dì 17 fu riportato il Crocifisso alla cattedrale con altra solenne processione, cui intervenne anche il vicerè, e con gran piacere rinfrescatasi l’aria cessò l’epidemico male di esser così violento come prima, e tornò in città l’allegrìa (1531).
Mentre ogni cosa sembrava prospera, inaspettatamente a’ 19 del mese si vide nelle piazze diminuito il peso del pane, non già insensibilmente, ma di due oncie, ed una quarta. Molte cagioni concorsero a questo inopportuno cambiamento; l’affluenza della gente, che accorrea alla capitale o per isfamarsi, o per la curiosità di vedere le penitenze che vi si faceano, il che facea crescere il consumo; le perdite che di giorno in giorno facea il senato, ch’erano in ragion diretta dello smaltimento del pane; le premure del vicerè, che avea somministrate alla città ingenti somme in prestito, e le volea restituite; e l’ordine venuto dalla corte, che lontana non presentiva i pericoli, di vendersi il pane a misura che si comprava il grano, colla minaccia al pretore, ed ai senatori di dovere coi proprî averi risarcire il danno della cassa del senato, se persistevano a mantenere con discapito di essa il medesimo peso, erano i motivi, che tenevano angustiato quel magistrato.
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Siciliani Crocifisso
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