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      Le tenebre della notte siccome faceano pensare all’Alesi, e a’ suoi compagni qual maniera tener potessero per sostenere la congiura, così fecero riflettere a’ buoni, e fedeli servidori del re, che se quel capopopolo la mattina seguente dava mano al tesoro, e agli averi de’ monisteri, delle chiese, e de’ particolari, per trarre il denaro necessario per la sua impresa, ne sarebbe nata la rovina non meno della città, che del regno tutto. Imperò si aguzzavano il cervello per trovar modo d’impedirlo. Fra varî progetti, che furono proposti, fu creduto il migliore quello di mostrare fidanza in esso di Alesi, e far dipendere da lui la tranquillità pubblica. Laonde nel dì 16 di agosto di buon mattino gli scrisse il senato una lettera, il di cui contenuto era, che la sicurezza della città dipendea dal trovare un temperamento, per cui si pagassero i bimestri senza rimettere le gabelle: che i senatori, per quanto vi si fossero affaticati, non aveano fin allora trovata la via di riuscirvi; e perciò gliene davano notizia, e lo pregavano, acciò egli, le di cui ottime intenzioni per il pubblico bene erano abbastanza note, si unisse al senato, affine di trovare i mezzi più solleciti, e più opportuni, che conducessero a salvare la comune patria. Questa lettera fe insuperbire l’altiero Alesi, il quale in risposta, ringraziando i senatori dell’attenzione, che gli usavano, li chiamò sulle ore 22 al tempio di S. Giuseppe, dove egli si sarebbe portato, per determinare ciò, che fosse conveniente (1546).


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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Alesi Alesi Alesi S. Giuseppe