Furono così efficaci cotali insinuazioni, che lo Alesi chiamando nuovamente i consoli a’ 19 dello stesso mese nella chiesa di S. Giuseppe, dichiarò, che al bene del tutto era necessario d’invitare il vicerè a restituirsi in città a quelle condizioni, che ricercate avea. Siccome gli animi vi erano disposti, non fu difficile l’ottenerlo. Dopo di ciò furono letti [340] ventiquattro capitoli, per aggiungersi a quelli, che si erano la prima volta stabiliti, frai quali due disgustarono gli animi di molti cittadini; l’uno de’ quali riguardava la deposizione de’ maestri razionali, e di altri ministri del real patrimonio, e l’altro, che stabiliva lo Alesi per sindaco perpetuo della città coll’assegnamento di due mila scudi annuali, e di una guardia di sessanta soldati da scegliersi a suo arbitrio, e da pagarsi a spese della università. Il popolo principalmente restò dispiacciuto di questo secondo articolo, essendosi accorto che lo Alesi, lasciandolo in ballo, avea acconciati i fatti suoi.
Il vicerè, quantunque fluttuante, ritornò finalmente, e andossene a dimorare nel castello a’ 21 di esso mese, dove sottoscrisse i convenuti capitoli. Nello stesso giorno fu cantato l’inno ambrosiano in rendimento di grazie per la supposta tranquillità nella stessa chiesa di S. Giuseppe, dove intervenne l’Alesi (i senatori sotto il pretesto di dover badare all’annona si schermirono di andarvi), e fu onorato con coscino, e coll’incenso da’ PP. Teatini. Terminata la sacra funzione, uno di quei religiosi gli suggerì, ch’era ragionevole, ora che il vicerè avea confermati i capitoli, che se gli rendesse l’autorità, di cui era egli il legittimo amministradore.
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Alesi S. Giuseppe Alesi Alesi S. Giuseppe Alesi
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