Lo stato in cui era Palermo, le turbolenze suscitatesi nelle altre città, e terre del regno, le triste notizie che arrivavano frequentemente da Napoli, dove persisteva con più ostinatezza la tumultuazione, (alle quali cose vogliamo ancora, che si aggiungano i timori, dai quali era personalmente agitato per sè, e per la famiglia, paventando di ora in ora di dover co’ suoi restar vittima del furibondo popolo), produssero alla di lui salute un notabile danno, che accrescendosi sollecitamente lo ridusse agli estremi, e lo trasse da’ guai di questa per lui infelice vita a’ 3 di novembre. Prima di morire, alla presenza del sacro consiglio, in forza della facoltà, che tenea dal re, elesse per presidente del regno, e capitan generale il cardinale Teodoro Trivulzio, che ritrovavasi in Napoli, e soggiunse, che se mai il suddetto cardinale non potesse esercitare questa carica per qualche impedimento, che gli fosse sopravvenuto, sceglieva Melchiore Borgia; che se questi non volea prender possesso, acciò il regno non restasse senza governatore, determinava che fosse presidente del regno, e capitan generale Vincenzo Gusman marchese di Monte Allegro, che comandava le galee di Sicilia; come costa dal dispaccio viceregio dato in Palermo a’ 3 di novembre 1647 (1556). Ci è ignoto chi mai fosse questo Melchiore Borgia, che vien nominato il secondo dopo il cardinal Trivulzio per presidente del regno; dovette però essere un personaggio rispettabile, e chi sa, se non era il castellano di Castellammare, di cui ci vien tacciuto il nome dagli scrittori?
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