Il detto cardinale, che restò compiacciuto nel vedere assicurata la sua salute, quella della nobiltà, e del ministero, e la quiete della città, dopo di averlo rimproverato delle sue scelleraggini, lo consegnò ai giudici, acciò sommariamente gli compilassero il processo. Fu quest’empio la notte istessa strozzato, e la mattina del venerdì santo, che cadde ai 10 di aprile, fu il di lui cadavere appeso alle forche nella piazza Vigliena col solito cartello di Traditore di Dio, del Re, e della Patria. Furono di poi ricercati i di lui amici, e per ordine del presidente del regno confinati nell’isola della Pantellarìa (1573).
      Restò molto contento il re Filippo IV della condotta del cardinal Trivulzio, che aveva così lodevolmente liberata la capitale dall’imminente rovina, e perciò ratificò la elezione fatta dal marchese de los Veles, anzi volendogli dare un titolo più spezioso, lo dichiarò luogotenente, e capitan generale della Sicilia, colla quale carica era stato decorato mentre governò il regno, il cardinale Giovannettino Doria. Il dispaccio reale ha la data dei 16 di marzo 1648, e fu sottoscritto nella città di Madrid; ma non fu registrato in Palermo, se non ai 20 di maggio dell’anno istesso (1574). Dobbiamo in questa occasione avvertire, che il Trivulzio fu interinamente eletto in questa carica, e che già si era scelto il nuovo vicerè, che fu certamente il principe Giovanni d’Austria. Ecco le parole del dispaccio: Dum non fuerit praesens PROREX, Locumtenens, et Capitaneus Generalis in nostro ulterioris Siciliae Regno, e più sotto: Eligimus Cardinalem.