Furono proposti varî espedienti; ma il più utile fu riputato quello di vendere qualche città del regio demanio, e le dogane, le secrezie, e le gabelle, o qualche altro diritto della corona. Fu convenuto per allora di vendere la città di Girgenti, e quella della Licata, che furono comprate da monsignor Francesco Troina vescovo di dette città per la somma di cencinquantamila scudi (1593).
Adempite tutte le sue commissioni si dispose il cardinal Trivulzio a partire per il suo destino, e negli ultimi giorni di gennaro dell’anno seguente 1649 si mosse da Palermo, e andò prima a Messina per ossequiare sua altezza, e trattare con esso de’ gravi affari del regno. Dipoi imbarcatosi veleggiò verso la Sardegna, e andò a rilevare il duca di Montalto, di cui abbiamo ragionato (1594), che fin dall’anno 1639 governava quel regno. Vuolsi che questo cavaliere avesse sofferto a malincuore di vedersi rimosso dal viceregnato dietro a tanti considerevoli servigî fatti alla corte, somministrando viveri, e milizie al re nella ribellione di Napoli, e nelle turbolenze di Palermo, e delle altre città, e terre del regno di Sicilia. Di codesto suo interno dispiacimento ne diè una manifesta prova, quando [357] ritornato dalla Sardegna in Palermo, non si fe punto vedere in città, ma direttamente andossene al suo contado di Golisano (1595). Ecco i dispiaceri, che soffrono i cortigiani. Spesso la ragione di stato, o un ministro capriccioso sagrificano i più meritevoli soggetti, che fanno molto onore ai sovrani.
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