Ma la corte lo ebbe di nuovo in considerazione, come si è detto al capo citato.
     
      CAPO XXIV.
      Serenissimo Gio: d’Austria vicerè, Melchiore Centelles luogotenente, Antonio Ronchiglio, e monsignor Martino de Leon presidenti del regno.
      Il dispaccio, con cui il serenissimo Giovanni d’Austria fu eletto vicerè, luogotenente e capitan generale della Sicilia, fu sottoscritto in Madrid dal re Cattolico al primo di settembre 1648 (1596), nè fu registrato in Messina, che a’ 29 del mese di gennaro dell’anno seguente 1649 (1597). Dopo questa sua elezione, essendosi ridotta al dovere la città di Napoli, partì dalla medesima egli colla squadra reale, e venne a svernare in Messina (1598), dove arrivò a’ 26 dello stesso mese di settembre; nè prese possesso di questa nuova carica, siccome abbiamo avvertito, che dopo i 28 di dicembre, forse per lasciare che il Trivulzio adempisse prima tutte le sue commissioni. Appena si seppe in Palermo l’arrivo in Sicilia di questo principe, fu spedito dal senato Pietro Valdina, principe di Valdina, e marchese della Rocca coll’incarico di inviato della città, il quale fu accolto da sua altezza con molta benignità (1599). Fe egli palese al medesimo il desiderio dei cittadini di averlo in Palermo per ossequiarlo; ma ei si scusò per allora di venirvi, qualunque ne fosse stata la causa di essersi negato fra le tante, che se n’adducono.
      I principî del governo di questo real principe furono tranquilli. Intanto egli a ristorare l’armata navale invigilava in Messina sopra gli operarî. Siccome però avea bisogno di maggior denaro di quello, che si era tratto dalle vendite fatte dalla regia corte, pensò di cavarlo per altri mezzi, ed a’ 20 di marzo 1649 promulgò in quella città un indulto, per cui si accordava il perdono per ogni sorta di delitto, salvi quelli di lesa maestà divina, ed umana; a condizione però che chi volesse goderne fosse tenuto a pagare una certa somma di denaro a misura della sua condizione, e della qualità del suo reato, per impiegarsi al risarcimento della flotta.