Il senato di questa città, che al di lui arrivo non avea fatta veruna dimostrazione, poichè così egli avea voluto, per dargli ora alcun segno del suo ossequio, fe sollecitamente innalzare alla Garita un piccolo arco trionfale, quale le angustie del tempo lo permettevano, in cui furono poste alla destra le armi del re Cattolico, e alla sinistra quelle di sua altezza colla seguente epigrafe, che era un testimone del desiderio dei Palermitani, ch’ei ritornasse presto, e vittorioso:
      SERENISSIMO. D. JOANNI. AUSTRIAREDUCEM.
      IN. HANC. REGIAM. CURSUM.
      FAUSTIS. OMINIBUSADPRECATUR
      S. P. Q. P.
      Partitosi da Palermo ritornò a Messina per mettere in ordine la flotta, e vi si trattenne fino ai primi di maggio, lasciando per suo luogotenente nel regno, durante la sua lontananza, Melchiore Centelles Borgia. Ci manca l’atto viceregio di questa elezione, ma troviamo nei registri del protonotaro la prima sottoscrizione del Centelles come luogotenente a’ 14 del mentovato mese (1612), e siccome l’ultimo dispaccio di sua altezza è dei 10 dello stesso mese (1613), così abbiamo motivo di congetturare, che la partenza della flotta sia accaduta tra i 10, ed i 14 di maggio, che che ne abbia detto il Longo (1614), il quale scrisse, che questo serenissimo principe si trattenne in Messina fino ai 20 del medesimo mese, non essendo verisimile che il Centelles abbia dispacciato, mentre dimorava tuttavia in Messina il vicerè.
      Preso da questo luogotenente il possesso della carica indossatagli, si trattenne pochi giorni in Messina, e nel seguente mese di giugno si mosse per Palermo per aspettarvi il ritorno di sua altezza.