Ma l’adornamento maggiore, che fa tuttavia meraviglia agli stranieri, è il ricco Ciborio, ossia Tabernacolo, in cui conservasi l’eucaristia, tutto di lapislazzalo, che non è meno alto di diciotto palmi, nè meno largo di nove, secondo il disegno del cavalier Cosimo Fonsago. Lo lasciò egli imperfetto, e vi avea già erogati venticinque mila scudi. Non essendo stato ancora consegnato alla cattedrale, i ministri regî lo riputarono come spoglio del prelato, e come tale l’incamerarono; ma il re Cattolico alle istanze del senato di Palermo con dispaccio de’ 5 di marzo 1656 ordinò, che fosse restituito alla chiesa di essa città, e che si perfezionasse dal medesimo magistrato, come fu fatto, avendovi il senato erogati altri venti mila scudi. Lo epitafio apposto al tumolo di questo benemerito arcivescovo è un sincero testimonio della di lui vita, e delle virtù, di cui fu ricolmo.
F. D. Martinus Hisp. Ord. S. Aug.
Hic jacet exanimis gelido sub marmore, sacris Qui dedit aeternum vivere marmoribus.
F. D. Martinus de Leon, et Cardenas virtutibus, meritisque praeclaris, in dioeceses suas Puteol: et Panorm: perfecta antistitum idea gubernatas: in reg. Hisp: et ejus regna Neap: et Siculum militari, ac politico regimine strenuè administrata: in hoc primarium templum marmorato tectorio instauratum, et ejus aream statuis divum affabrè sculptis condecoratum: in eucharisticum sacellum sumptuosissimo Ciborio dotatum: in pauperes aere suo largissime profuso sublevatos: amorem vivens apud suos aeque, ac exteros sibi conciliavit; mortuus desiderium sui reliquit: et successorum aemulationem incendit.
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