Giunti i mentovati ministri a Messina, il duca dell’Infantado prese il solenne possesso a’ 27 dello stesso mese.
Dapoichè il nuovo vicerè si era rimesso dal terrore della tempesta, e il mare si era abbonacciato, nel mese di gennaro 1652, che suol essere costante, si dispose a venirsene nella capitale, e a’ 25 di esso mese vi arrivò, e sbarcò a Castellammare. Il senato di Palermo avea fatti, da che seppe la di lui elezione, i preparamenti per la solenne sua entrata, ma questi furono sospesi, quando si seppe che si era fermato in Messina. Non potè dunque questa tosto farsi, e perciò il duca dopo di avere nel castello ricevuti i complimenti di questo magistrato, della nobiltà, e de’ ministri, si contentò di andare privatamente al duomo per giurare l’osservanza de’ privilegi della città, aspettando [365] che fosse ogni cosa preparata per farsi la solita cavalcata (1629). Questa perciò fu eseguita al 1° del seguente febbrajo, in cui sbarcando alla Garita, dove gli fu preparato un arco trionfale, fe la pubblica entrata a cavallo, tenendo a destra il principe di Villafranca, e a sinistra il principe di Valguarnera, ch’era il pretore, col seguito de’ senatori, de’ magnati, e de’ ministri, e per la via del Cassero andò a dirittura a smontare al regio palagio. La viceregina sua moglie vi venne in carrozza, servita dalle principali dame. La sera istessa vi fu una pomposa festa a spese del senato; e siccome cadevano i giorni carnescialeschi, non intralasciò la nobiltà di divertire i viceregnanti con diverse quadriglie, facendo i giuochi dell’anello, e dello staffermo.
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