Queste tre lettere erano date in Madrid a’ 21 di luglio 1656. Il ministero adunque spedì tosto due galee a Malta, acciò conducessero in Palermo il suddetto gran priore, e per non restare il regno senza governo, diede il possesso al vescovo di Cefalù eletto dal difonto vicerè. Non dunque per le istruzioni avute dalla corte, ma di sua spontanea volontà il duca di Ossuna nominò prima il figlio, e poi il priore di Navarra al governo di Sicilia. Se le sue istruzioni erano tali, il consiglio non si sarebbe congregato, nè aperti si sarebbono i dispacci suddetti. Dunque era forse nota al duca la volontà del re Cattolico, e conformemente ad essa dichiarò il figliuolo, e in sua mancanza il priore di Castiglia per luogotenente e capitan generale. Si avverta che il duca di Ossuna elegge per luogotenente il figliuolo, quando la cedola reale lettasi dopo la di lui morte lo promuove al viceregnato.
Era stato questo prelato prevenuto della sua elezione prima che morisse il vicerè. Partitosi dalla sua diocesi, che non è che quarantotto miglia distante da Palermo, giunse in questa città lo stesso giorno, in cui morì il duca di Ossuna, e la stessa notte prese possesso, e fe celebrare solenni esequie [371] al difonto meritevolissimo suo antecessore. Ciò fatto, diede conto ai 16 di ottobre al re Filippo IV della morte di questo cavaliere, e ne ricevè in risposta (1657), l’ordine di continuare nel governo fino all’arrivo del gran priore di Navarra (1658).
Brevissimo fu il comando di questo prelato; il priore di Navarra partì subito da Malta, e giunse in Palermo a’ 2 del seguente novembre, e in capo a due giorni, cioè ai 4 prese possesso di luogotenente, e capitan generale della Sicilia; inguisachè il Gisulfo non sostenne la carica di presidente del regno oltre a 20 giorni, nei quali nulla oprò, che debbasi registrare.
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