Siccome però questi dimorava tuttavia in Roma, dichiarò, fino ch’egli fosse arrivato, per presidente del regno monsignor Giovan Battista Ortiz d’Espinosa giudice della monarchìa, come costa dal dispaccio da lui sottoscritto nella stessa città di Messina ai 16 di settembre 1657 (1663). Fatta questa elezione, crediamo che il Redin depose le redini del governo, giacchè noi ricaviamo dallo stesso registro del protonotaro, che l’Ortiz d’Espinosa il giorno seguente 17 fece il solito giuramento nel duomo (1664) di essa città, e cominciò a governare; e ci avvisa il Longo (1665), che il nuovo gran maestro non partì per Malta, che a 22 dello stesso mese.
Essendo stata breve la luogotenenza del Redin, per la cui esaltazione furono fatte delle feste per tutto il regno, nulla ei operò, che meritasse di essere raccontato; nè i nostri storici rapportano alcuna provvidenza da lui data, che riguardasse gl’interessi del regno. Era egli interamente occupato nei maneggi e nelle cabale, che si faceano in Malta, per fargli ottenere il supremo magistero dell’ordine; laonde distratto da questi pensieri, fu appunto uno di quei governanti, che non fecero nè bene, nè male (1666).
Non era stata a grado dei Messinesi la [373] elezione di Mr. Ortiz d’Espinosa, non sapremmo dire il perchè. Coloro, i quali credettero, che per le premure di quei cittadini il Redin fosse andato a fermarsi in Messina, opinano che l’odiavano, perchè si era opposto alle loro istanze, ed avea consigliato che questo luogotenente si trattenesse in Palermo.
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