Nel terzo ordine finalmente fu eretto un magnifico piedistallo, su cui posa la rifusa statua di questo sovrano con tutti i reali suoi ornamenti. La descrizione di questo teatro fu fatta da Francesco Strada, e resa pubblica colle stampe per ordine del senato.
Non rammenteremo di questo vicerè, che una sola prammatica degna di essere riferita, che fu dal medesimo promulgata in Palermo ai 25 di agosto dell’anno 1660, e rinviensi nell’antica raccolta delle medesime (1692). Riguarda questa i regolari, ed i chierici [379] secolari, ai quali è vietato di comparire nei tribunali, salvochè non ve li chiamassero gli affari riguardanti i loro ordini, o le loro chiese. È cosa scandalosa, che persone addette al servigio dell’altare s’immergano in affari secolareschi, che sono incompetenti al loro stato, che non deve riguardare che la religione, di cui sono i ministri.
CAPO XXVIII.
Francesco Gaetano, o Caetano Romano duca di Sermoneta vicerè.
Era il duca di Sermoneta gentiluomo di camera del re Filippo IV, cavaliere del toson d’oro, e grande di Spagna: onore che avea ottenuto da Filippo III, e di cui godono i di lui successori, ed eredi nella ducea di Sermoneta. Prima di essere proposto al viceregnato di Sicilia avea governato per lo spazio di quattro anni a nome del re Cattolico il ducato di Milano. Fu egli eletto nostro vicerè a’ 24 di settembre dell’anno 1662 come si fa palese dal real dispaccio dato in Madrid lo stesso giorno, ed anno (1693). Avea egli ricevuto ordine di portarsi a stabilire la sua dimora in Messina; ma fu questo comando rivocato, mentre ancor trovavasi nelle spaggie di Spagna; forse perchè fu considerato, che andando egli in quella città, si sarebbe data troppa presa a quei cittadini, e fu incaricato di andare in Palermo, come egli stesso ne scrisse al conte di Ayala (1694).
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