Arrivò il duca di Sermoneta in Palermo a’ 3 di marzo 1663, e agli 8 di esso mese fece la sua privata entrata, e andò al duomo, dove fu letta la cedola reale della sua elezione, ed egli fece il solito giuramento di conservare i privilegi, ed i capitoli del regno (1695). La pubblica, e solenne entrata fu differita sino a’ 22 del seguente aprile, nel qual giorno si vide una cavalcata così pomposa, quale a memoria d’uomo non si era più vista; avendo il senato e la nobiltà fatto a gara per renderla, quanto fosse possibile, superba, e sontuosa.
      Per quanto i Palermitani abbiano fatta ogni opra per tenere soddisfatto il nuovo vicerè, e per ottenere ch’ei fermasse la sua dimora nella loro patria, pur nondimeno sul bel mattino trasparì l’inclinazione del suo animo a favore de’ Messinesi. La situazione di questi cittadini emuli de’ Palermitani alla corte di Madrid era la più vantaggiosa, ch’eglino potessero desiderare. Erano protetti dal duca di Medina primo ministro, che aveano saputo guadagnare. Nel consiglio d’Italia dominavano Ascanio Ansalone loro concittadino, e Gaspare Sopramonte, ch’era stato consultore del principe Giovanni d’Austria, ch’era irritato, perchè per sospetto di peste l’anno 1649 se gli era negata da’ Palermitani la pratica; nè avea mai deposto l’odio concepito contro i medesimi. Inoltre per segretario del nuovo vicerè era stato eletto Giovanni Lopez de Cortez, ch’era stato finallora l’agente de’ Messinesi a Madrid. Tutti costoro erano tante trombe a favore de’ Messinesi, e contro i Palermitani.