Per l’assunzione di questo principino alla vasta monarchia di Spagna furono lo stesso dì fatte delle illuminazioni in città; e siccome nel giorno seguente il nuovo monarca compiva gli anni quattro, vi fu gala nella capitale, e i magistrati, la nobiltà, e il ceto ecclesiastico si portarono al regio palagio per congratularsi col vicerè, che ne sostenea le parti, e si udirono rimbombare le artiglierie della città, oltre le salve fatte dai soldati spagnuoli (1708). Dovendo secondo il costume acclamarsi il successore alla corona, e portarsi in trionfo lo stendardo reale colla solita solenne cavalcata, fu destinata la domenica seguente, che cadde agli otto dello stesso mese, e fu eseguita questa funzione con molta pompa, come costa dalla relazione datasene alle stampe in Palermo nei torchi di Pietro dell’Isola (1709). In Messina ancora (1710), e per tutto il regno fu Carlo pubblicamente riconosciuto per sovrano di Sicilia, e si ferono delle feste per la sua esaltazione al trono.
      Dopo questi lieti giorni si fecero i preparamenti per i funerali del morto re, i quali furono differiti fino ai 12 di febbraio dell’anno 1666, che durarono ben nove giorni, essendosi inoltre replicate l’esequie in varie chiese della città. Simili dimostrazioni furono fatte nelle altre principali città dell’isola. Compiute le lugubri funzioni, comparvero nel porto di Palermo le galee di Malta, ed ai 22 dello stesso mese il commendatore Galeano, che n’era il comandante generale, servito dalla nobiltà, che lo accompagnava con diverse carrozze, recossi al regio palagio, dove in presenza del sacro consiglio colle solite cerimonie a nome della sua religione fe il ligio omaggio nelle mani del duca di Sermoneta, che lo ricevette come vicerè a nome del monarca di Sicilia (1711).