I principi del cristianesimo, alla sicurezza de’ quali tornava molto conto che quella isola restasse in potere di essa repubblica, non recavano agli assediati che deboli, e tardi soccorsi; in guisachè a’ 6 di settembre 1669 fu d’uopo a’ Veneziani di render quella importantissima isola al gran sultano. Questa infausta notizia si sparse in Palermo per avvisi mandati al vicerè dal gran maestro di Malta a’ 13 del seguente ottobre. Allora il duca con suo dispaccio ne diede conto al tribunale del regio patrimonio, incaricandolo di spedire le circolari per tutti i castelli marittimi, acciò si provvedessero di viveri, e di attrezzi di guerra, e stessero le guarnigioni sulla parata per qualunque subita invasione. Questi ordini furono più efficacemente replicati nel seguente novembre, quando giunsero per lo stesso canale di Malta notizie più sicure della perdita di quella isola. E poichè si temea che la flotta vincitrice de’ Turchi non tentasse d’impossessarsi del porto di Marsala, ch’era stato colmato per ordini del primo Giovanni d’Austria l’anno 1574, come fu avvertito nel presente libro (1728), perciò fu ivi spedito il capitano Pietro Pino, affinchè esaminasse, se i nemici aveano modo di riaprirlo, acciò in questo caso lo facesse riempiere di nuovo. Ritornato costui da quella città, rapportò che quel porto era chiuso in maniera, che non poteano i navigli punto penetrarvi (1729).
Compiuto il triennale governo del duca d’Alburquerque, la corte di Madrid pensò a destinare il nuovo successore; e siccome conoscea il pericolo, in cui era il nostro regno di essere improvisamente assalito dai Turchi, determinò la sua scelta in un soggetto, in cui a’ politici si unissero i talenti militari.
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