Il duca di Alburquerque adunque si dispose alla partenza dopo l’arrivo del nuovo vicerè, e a’ 13 di luglio 1670 s’imbarcò. Fu egli amato in Palermo, e per tutto il regno. Era questo cavaliere di un carattere flemmatico, e maturava lungo tempo gli affari prima di risolverli, ed era adornato di tutte le virtù, che costituiscono l’ottimo governante; ma più di ogni altro era in lui ammirabile l’amore della giustizia. È famoso il severo gastigo, con cui egli punì Fabrizio Reggio, e Ignazio Nastasi, che aveano l’anno 1669 rubati gli argenti della chiesa di S. Domenico in Palermo: li fe egli condannare alla galea per anni quindici, comunque il primo fosse di alto lignaggio. E poichè dubitava che non fosse tratto dalle mani della giustizia da’ suoi parenti, ordinò che il capitano della città co’ suoi giudici assistiti dalle loro guardie di alabardieri, e birri, sostenuti da una compagnia di soldati spagnuoli, e seguiti da un altra di borgognoni, li conducessero al destinato remo. Per istruzione poi degli altri volle, che questi rei allacciati colle mani dietro la schiena girassero per la città prima, che fossero consegnati alla galea, come viene questa tetra funzione descritta in un manoscritto della librerìa del senato di Palermo.
I soli Messinesi fecero poco conto di questo vicerè, così perchè non era mai andato a risedere nella loro città, come perchè volea obbligargli a pagare la così detta quarta dogana (1730). L’insulto, che questi cittadini fecero al giudice della monarchìa Emmanuele de Mionga, che il duca avea spedito espressamente a Messina, per persuadere quei cittadini quanto fosse ragionevole l’ordine viceregio, addimostra come eglino lo dispregiassero.
| |
Alburquerque Palermo Fabrizio Reggio Ignazio Nastasi S. Domenico Palermo Palermo Messinesi Emmanuele Mionga Messina
|