Oltrachè partito l’Oyo da Messina, e sopite le tumultuazioni di essa città, continuò il Lignè pacificamente nel governo della Sicilia per molto tempo, e fino al mese di giugno di quest’anno, ne dà una prova in contrario la di lui elezione per governatore di Milano sottoscritta in Aranquez a’ 22 di aprile (1760). Fu questa carica sempre riputata dalla corte di Spagna, come la più gelosa, e perciò come la più ragguardevole; di maniera che dai viceregnanti di Sicilia, e di Napoli i più cospicui soggetti erano trasportati al governo dello stato di Milano, dove era loro ancora affidato il comando militare, che ricerca un uomo coraggioso ed intrepido.
Partì questo cavaliere per la nuova sua destinazione a’ 7 di giugno 1674, e la sua partenza non recò, che dispiacere ai Siciliani. La di lui prudenza nel governare i popoli, lo studio, ch’ei fece per tenere tranquillo il regno, ed in particolare la città di Messina, e le sue premure per precavere l’isola da ogni temuta invasione dei nemici, erano tante ragioni, per cui i nazionali desideravano, che ei continuasse a reggerli. Distratto dalle continove applicazioni nelle critiche circostanze, in cui e la Spagna, e la Sicilia si ritrovavano, non ebbe campo di applicarsi agli abbellimenti del regno, e trattane la torre edificata a Trapani, e il taglio fatto a Siracusa, che abbiamo additati, e la riparazione delle muraglie di Agosta, e di Milazzo, non abbiamo altro monumento di esso, che la ristorazione del ponte della Medaglia, sotto di cui passa il fiume Oreto, che l’anno 1672 il senato di Palermo fe riparare, dove leggevasi la seguente iscrizione:
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