Nacque sul principio del viceregnato del marchese di Villafranca qualche differenza colla religione di Malta. Pretendea il vicerè che le galee di essa venissero nel porto di Messina per unirsi alle spagnuole, e siciliane, affine di attraversare il trasporto dei viveri in quella città: intendendo che quell’ordine, come feudatario, fosse al pari degli altri baroni obbligato al servigio militare. Era gran maestro di Malta Niccolò Cottoner, il quale l’anno antecedente avea accordate, come si è detto, le sue galee al marchese di Bajona ad oggetto di bloccare il porto di Messina, ed impedire che vi entrassero dei viveri; ma questa volta, non si sa il perchè, salvo il sospetto ch’ei non volesse disgustare il re Cristianissimo, si negò alle istanze del [399] marchese di Villafranca; e rispose, che il loro istituto vietava ai cavalieri di prendere parte nelle guerre, che vertevano fra’ cristiani, e che nella infeudazione accordata dall’augusto Carlo V all’ordine di S. Giovanni nella concessione dell’isola di Malta era escluso il caso di soccorrere la Spagna, quando guerreggiava coi cristiani (1775).
Stavano aspettando di momento in momento gli ostinati Messinesi la irreparabile morte, quando nel giorno 3 di gennaro 1675 arrivò nella loro città la grata notizia, che il commendatore di Valbelle col marchese di Valevoir luogotenente generale di Francia erano arrivati all’isola di Vulcano con sette vascelli da guerra, ed otto tartane cariche di viveri, oltre tre barche incendiarie. Non può esprimersi l’allegrezza, che allora si suscitò nei cuori di tutti i cittadini, i quali dimenticando le passate calamità, sospiravano l’ora di resuscitare a nuova vita.
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