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      Non erano però ignoti a’ comandanti della flotta combinata nè il convoglio arrivato poco prima al duca di Vivonne, nè l’animo che questi avea di tentare, ora ch’era così superiore di forze, una impresa strepitosa; e perciò procuravano di sapere le più esatte notizie su’ movimenti de’ Francesi. Queste diligenze non furono inutili, avvegnachè arrivò in capo a pochi dì l’avviso da Termini, che la flotta nemica non era molto lungi; e veleggiava con prosperi venti. A questo annunzio fu subito tenuto un consiglio di guerra, affine di risolversi ciò, che fosse espediente di fare, per difendersi, ed abbattere i Francesi. I pareri de’ capi furono discordi; il nuovo ammiraglio de’ vascelli di Spagna Diego d’Ivarras, ch’era succeduto al principe di Montesarchio, fu di sentimento, che dovesse sortire dal porto di Palermo, e andare in alto mare per prendere il vento, e scegliere il luogo più opportuno alla battaglia; ma il vice-ammiraglio olandese il signor di Haen opinò, che si dovesse restare, e attendere a piè fermo il nemico. Il pretesto, di cui si avvalse per appoggiare la sua sentenza, era appunto, che trovandosi la città sprovista di artiglierìa ne’ suoi baluardi, era d’uopo di coprirla colla flotta ad oggetto d’impedire, che fosse assalita dai Francesi; il vero motivo però era quello di obbligare le navi spagnuole a combattere, le quali nelle passate azioni si erano tenute sempre lontane, ed aveano lasciate nel ballo le olandesi. L’ostinazione di questo vice-ammiraglio, il quale protestò, che altrimenti facendosi se ne sarebbe partito, obbligò gli altri ad aderire al di lui volere.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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