Attorno al candelabro sullo zoccolo stesso posano quattro figure in diversi atteggiamenti, che indicano le virtù cardinali, delle quali era fornito questo porporato, col motto scolpito nello stesso dado HAC. DUCE. CUNCTA. PLACENT. Volano in alto alcuni genî, che tengono in mano chi la mitra, chi il bacolo vescovale, chi il patriarcale, e chi il cappello cardinalizio, ch’erano le di lui insegne. Alla destra dello zoccolo appare un campo con un cannone, un barile di polve, e delle palle: guardato tutto da un soldato con picca alla mano; e in distanza alcune montagne; alla sinistra poi vi si vede un baluardo presso il mare con diversi bastimenti da guerra, ed una galea, sul di cui pennone sta l’arma de’ sovrani di Castiglia, e di Leon; ch’ei servì col carattere di tenente generale di mare. Nel muro finalmente del bastione vi sono scolpite le armi gentilizie del cardinale.
     
      CAPO XXXV.
      Vincenzo Gonzaga principe del sacro romano impero de’ duchi di Mantova vicerè.
      La elezione di questo cavaliere al viceregnato di Sicilia fu fatta dal re Carlo II, come or ora si è detto, a’ 28 di novembre dell’anno 1677, costando dalla cedola reale segnata in detto giorno a Madrid (1820). Giunse egli in Palermo a’ 3 di marzo 1678, ed ai 5 dello stesso mese prese possessione della carica di vicerè colle solite formalità nella cattedrale; ma non andò subito ad abitare al regio palagio, avendo voluto che continuasse a dimorarvi il cardinal Portocarrero, sino che si fosse posto alla vela. Oltrecchè il Gonzaga era della illustre famiglia de’ duchi di Mantova, principe del sacro romano impero, del supremo consiglio d’Italia, e tenente generale di mare delle flotte reali di Spagna, trovavasi di una età provetta, e per comune consentimento era riputato per un signore colmo di meriti.