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      Così fu eseguito ne’ giorni 12 e 13 di agosto 1683 (1839), e in questo ultimo giorno per gli atti di notar Giuseppe Furno furono abolite, ed annullate tutte le carte appartenenti allo esilio di Mr. di Palafox, il quale in capo a poco fu promosso allo insigne arcivescovado di Siviglia (1840).
      Or per ritornare all’anno 1680, in cui ebbe principio la mentovata contesa fra l’impero, e il sacerdozio, nella fine di primavera il vicerè ritornò a Messina, per osservarvi in quale stato fosse la fabbrica della cittadella, e per animarvi gli operarî colla sua presenza. Mentre egli trovavasi in quella città, accadde in Palermo un fatto strepitoso, che fu cagione di un non più udito gastigo, cui soggiacque l’intero tribunale della gran corte. Un capitano di campagna, per nome Casanova, incaricato dal vicerè d’invigilare contro i ladri, nel mese di maggio prese molti di questi, che inquietavano le vicine campagne; fra’ quali eravi un soldato spagnuolo, e non considerando, che questi appartenea al foro militare, lo condusse cogli altri nelle carceri della gran corte. Il tribunale, o che non sapesse la condizione di costui, o che volesse estendere la sua giurisdizione, nel giorno seguente condannò tutti alla frusta con battiture, e dieci anni di galea, e con essi anche il soldato. Irritato l’ordine militare di questa sentenza, con cui era stato quel soldato gastigato da’ giudici incompetenti, ne fe aspre doglianze al vicerè, il quale conoscendo la giustizia delle loro dimande, privò tosto delle toghe il presidente della gran corte, i giudici criminali, e l’avvocato fiscale, e sospese d’impiego i procuratori fiscali; chiamò a Messina il detto presidente Diego Joppolo, e l’avvocato fiscale Giovanni Rizzari; confinò i due giudici criminali, l’uno nel castello di Tusa, e l’altro in quello di Cefalù, e i due procuratori fiscali destinò nell’isola di Lipari.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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