Volle di poi che le nozze già contratte fra questi due nobili sposi, si celebrassero in Palermo colla possibile magnificenza. Il Longo (1853) ci fa menzione di una solenne cavalcata fattasi in questa occasione, e l’Auria (1854) scrittore contemporaneo ci racconta, che vi fu fatto il giuoco del toro all’uso di Spagna, e quello de las Cannas, ossia dell’anello. [422] Così terminò l’anno 1682, in cui non troviamo, oltre a ciò, che abbiamo riferito, altra cosa degna di essere rammentata, se non la solenne funzione fattasi nella real cappella di s. Pietro del regio palagio, in cui il conte di Santo Stefano per speciale delegazione del re Cattolico pose al collo del principe di Pietraperzìa Giuseppe Branciforte il toson d’oro colle consuete cerimonie prescritte dalle leggi di quest’ordine di cavalieri.
La lontananza del vicerè da Messina rendea negligenti gli operarî nella fabbrica della cittadella; e quel che più rincrescea a questo governante, era appunto la certa notizia, che gl’incaricati per questo edifizio tradivano gli interessi reali, commettendo delle frodi non solamente nella scelta de’ materiali, che nelle spese, ch’erano esorbitantissime. Si determinò egli adunque, giacchè non potea per allora andarvi, di destinarvi il conservatore del regio patrimonio Giovanni Retana uomo onesto, capace, e zelante del servigio del sovrano; perchè badasse a’ vantaggi del re, e sollecitasse questa interessante fabbrica. Questo ministro partì sullo entrare dell’anno 1683, e seco condusse da Palermo periti operarî, ed onorati computisti, e arrivato in Messina diede così utili provvidenze per quella costruzione, che non solo ne affrettò il proseguimento, e fe ogni cosa lavorare colla dovuta perfezione; ma ridusse le spese alla metà di quelle, che si erogavano prima, nonostante che le pietre, la calce, le legna, e tutti gli altri materiali fossero della più eccellente qualità. Fu tale l’attività del conservatore, che prima di terminare questo anno 1683 si vide la cittadella quasi perfezionata; e si fu in grado che si piantassero ne’ suoi baluardi alcuni pezzi di artiglieria, che poi nel dì 6 di novembre, in cui il re compiva gli anni ventidue della sua età, fecero delle salve, e che vi s’inalberasse lo stendardo reale.
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