Questi saggi regolamenti furono consigliati, ed eseguiti con quiete dall’allor pretore Francesco Valguarnera conte di Asaro, e principe di Valguarnera, che ne fu nell’anno seguente ringraziato dal re Cattolico con lettera data in Madrid a’ 19 di gennaro, che fu pubblicata dall’Auria (1869), e poi ricompensato colla chiave d’oro, che ricevette colle consuete solennità dalle mani dello stesso vicerè (1870). Così restò sgombra la Sicilia dalle monete false, e adulterate.
      Durante il governo nel pretorato del mentovato principe di Valguarnera fu la città adornata di molti abbellimenti: ed in primo luogo vi fu eretta la statua di marmo del re Carlo II, come al presente si osserva, vestito alla reale con corona in capo, appoggiato colla sinistra alla spada, e tenendo colla destra lo scettro reale. Nello inalzamento di questo simulacro si trovò presente il conte di Santo Stefano col senato, e furono uditi i rimbombi delle artiglierìe della città, e de’ castelli. Fu insieme ripulito il muro, che si frapponea fra la Porta Felice, e il baluardo vicino, e fu adornato nella cortina superiore di venti statue ben grandi di re, e di regine di Sicilia, che la governarono a’ tempi de’ Normanni, de’ Svevi, degli Aragonesi, de’ Castigliani, e degli Austriaci; e nel muro, che corrispondea alle dette statue erano dipinte a fresco le immagini delle virtù relative al carattere de’ detti principi, e principesse (1871). Codeste statue, ch’erano di pietra fragile, e le mentovate pitture non più esistono, essendo state consumate dall’aria marittima, e dal tempo divoratore; e solo resta nella strada chiamata delle Cattive la iscrizione, che vi fu allora apposta.