Del conte di Santo Stefano abbiamo una memoria in una medaglia di bronzo coniata l’anno 1681 in occasione, che fu buttata la prima pietra per la fabbrica del nuovo oratorio della nobile compagnia de’ Bianchi di Palermo. Evvi nel diritto la immagine di Gesù Crocifisso, ch’è lo stemma di questa adunanza, a piedi del quale pendono le armi gentilizie del governadore di quell’anno. Ai fianchi della Croce sta scritto: SOCIETATIS ALBORUM. Nel giro si legge D. GREGORIUS. DENTI. PRINCEPS. CASTELLATII GUBERNATOR. Sono nel rovescio le armi del vicerè, e nel cerchio: SUB. AUSPICIIS EXC. D. D. FRANC. BENAVIDES. PROREGIS. SIC. 1681.
CAPO XXXVII.
Giovanni Francesco Paceco duca di Uzeda vicerè.
Si era il conte di Santo Stefano mantenuto nel viceregnato di Sicilia per lo spazio di nove anni non solamente per la condotta, che vi tenne, della quale restava il re Carlo II pienamente soddisfatto, ma inoltre per i rapporti, ch’egli avea col primo ministro il duca di Medinaceli, la di cui figliuola erasi accasata, come si è detto, col suo figliuolo il marchese di Solera. Or questo ministro cessò di governare la monarchia di Spagna, e gli successe nell’impiego il conte di Orapeso. Cambiate perciò le circostanze, fu richiamato il detto vicerè, e gli fu sostituito il duca di Uzeda Giovan Francesco Paceco, cui fu spedito il dispaccio reale agli 11 di aprile 1687 (1874). Preparatosi questo cavaliere a venire in Sicilia, partì con due vascelli spagnuoli, e arrivò nel porto di Palermo a’ 9 di giugno. Al di lui avvicinamento partì dal nostro Molo su di una galea il conte di Santo Stefano, e andò ad incontrarlo, e a salutarlo.
| |
Santo Stefano Bianchi Palermo Gesù Crocifisso Croce Francesco Paceco Uzeda Santo Stefano Sicilia Carlo II Medinaceli Solera Spagna Orapeso Uzeda Giovan Francesco Paceco Sicilia Palermo Molo Santo Stefano
|