Nel giorno di appresso furono preparati i funerali a questa sovrana nella cappella di san Pietro del regio palagio, la di cui descrizione venne minutamente fatta da Vincenzo Auria nel suo libro della Cronologìa de’ signori vicerè (1889). Non molto passò, che furono nella stessa città fatti altri funerali nella cattedrale al buon pontefice Innocenzo XI, ch’era morto pieno di meriti a’ 12 di agosto. Questa lugubre pompa ebbe luogo a’ 23 dello stesso mese (1890).
      Angustiava la corte di Madrid l’osservare che il re fosse senza eredi, e temeasi che morendo egli così, non ne fossero per nascere guerre sanguinose, e irreparabili. Laonde, dapoichè cominciò a rimarginarsi la piaga nel cuore di Carlo II, i principali suoi ministri gli suggerirono, ch’era espediente per il bene della monarchia, ch’ei passasse alle seconde nozze. Ne restò egli convinto, e scelse per sua sposa la principessa Maria Anna Neoburgh, con cui celebrò gli sponsalizi in Valladolid nel mese di settembre. In Palermo a’ 21 di esso mese furono rese le grazie all’Altissimo per questo maritaggio; essendosi cantato l’inno ambrosiano al duomo, furono fatte per la città delle illuminazioni, furono uditi i soliti spari delle fortezze, e il vicerè tenne una festa nel regio palagio, dove si giocò e si ballò.
      Ma le feste più solenni furono differite all’anno seguente 1690. Il senato adunque di Palermo preparò due giostre di dodici cavalieri nella spaziosa piazza della Marina, l’una delle quali fu eseguita a’ 27, e a’ 30 di aprile, e l’altra a’ 2, e 13 del mese di maggio (1891). Dietro a queste seguirono le solenni cavalcate sino al regio palagio, nelle quali il giostrante vincitore prese la destra al vicerè. Finalmente nella piazza del regio palagio fu [429] bruciata una graziosa macchina di fuochi di artifizio, che rappresentava il grande Alcide in ginocchio, e in figura gigantesca, che sostenea colle spalle, e colle mani il globo celeste segnato co’ segni del Zodiaco (1892).