Cadde in questi tempi dal posto luminoso, in cui era collocato in Madrid, il primo ministro il conte di Oropesa: sospetti molto fondati, ch’ei segretamente se la intendesse colla Francia, nacquero nell’animo di Carlo II, il quale perciò lo depose, ed affidò questa gelosa carica all’almirante di Castiglia, e al duca di Montalto. La disgrazia di quel ministro fe temere al duca di Uzeda, che non fosse per essere anche a sè funesta. Cambiandosi il ministro del governo, sogliono bene spesso essere rimossi i suoi partitarî dalle cariche, che occupavano. Nondimeno egli restò nel viceregnato, qualunque ne fosse stata la causa, o che in Ispagna si continuasse ad avere buona opinione di lui per la saggia condotta tenuta ne’ primi anni per i retti consigli datigli dal morto Spinosa, o che l’almirante, e il duca di Montalto fossero suoi amici, o che i doni mandati dalla Sicilia, come scrisse il Longo (1899), l’abbiano preservato dal pericolo di esser richiamato.
      Assicurata la sua permanenza nel governo di questo regno, si applicò il detto vicerè a rendersi più benemerito della corona di Spagna. E poichè il re Cristianissimo continuando la guerra nelle Fiandre, e in Catalogna, avea, per rendersi più formidabile, posta in mare una poderosa armata di vascelli, e galee, parte della quale spesso compariva nel Mediterraneo, essendo le altre città marittime abbastanza difese, si accinse l’anno 1692 a munire la capitale, e fortificò Castellammare, piantando una piattiforma alla punta di esso, dove fe collocare un mortaro da bombe, per valersene la guarnigione contro i nemici.