Non si erano mai fatte per le conferme degli altri vicerè dimostrazioni di cotal sorte: ciò, che appalesa quanto restassero contenti questi cittadini del di lui saggio governo. Si trattenne egli in Messina sino alla fine del seguente ottobre, e a’ 30 di esso mese ne partì; e viaggiando ora per terra, ed ora per mare, giunse nella campagna di Palermo a’ 5 di novembre. Nel dì di appresso entrato in città recossi al duomo, dove furono rese le grazie a Dio, così perchè compiva il re Cattolico gli anni, come perchè il vicerè era felicemente ritornato (1932).
Dopo il di lui ritorno venne a compimento la fabbrica cotanto necessaria della moneta di rame, della quale abbiamo fatta menzione, e perciò il duca di Veraguas a’ 19 di marzo 1699 promulgò un bando, con cui dava avviso della nuova moneta, ed ordinava che si mettesse in commercio: escludendone qualunque altra che vi si era introdotta. Questa funzione fu anche fatta con molta solennità nella piazza del regio palagio, dove fu buttata al numeroso popolo non solamente dal banditore, ma dalle finestre ancora dei quartieri del vicerè una gran quantità della nuova coniatasi moneta (1933).
Si sparse, entrando il mese di aprile, che la pestilenza avea attaccata la Dalmazia, l’Albanìa, lo stato di Ragusa, e molte provincie dell’Asia. Il duca viceregnante sollecito, che questo micidiale male non penetrasse nella nostra Sicilia, a’ 6 di esso vietò con suo dispaccio ogni commercio co’ paesi, che portava la fama, che fossero infetti dal contagio.
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