Si conobbe di poi che questa voce era priva di fondamento, e perciò furono rivocati gli ordini, e tornò la libertà del traffico co’ mentovati paesi (1934).
      [438] Compito il triennio del viceregnato nel mese di maggio, a’ 23 di esso mese volle il duca prendere il nuovo possesso a tenore della cedola reale, che avea ricevuto dopo di essere partito nell’anno antecedente per Messina. Allora la capitale appalesò i sinceri suoi sentimenti verso questo amabile governante: avvegnachè a parte di essersi trovata la vasta strada del Cassero, per cui dovea egli passare andando alla cattedrale, apparata di fini drappi, la marina era tutta adornata di archi vestiti di frondi, e di verdura, e nel teatro di marmo, che ivi sta, si udivano mottetti, e concerti musicali. Le due fontane attorno alla Porta Felice sgorgarono per lo spazio di due ore vino, in vece di acqua. Nella piazza Ottangolare ossia Vigliena, furono eretti quattro gran palchi, nei quali i musici co’ loro canti, e sinfonie appalesarono il comune giubilo; la notte fu tutta la città illuminata con fiaccole, e lanternini, e dentro il mare si era inalzata una fabbrica di un fuoco artificiato, che fu sparato alla presenza di S.E., della numerosa nobiltà, e del folto popolo. Continuarono codeste feste per altri due giorni, ch’egli grato agli attestati di affetto, che gli venivano dati, volle accrescere con un nobil festino, che tenne a’ 24 del mese negli appartamenti del regio palagio (1935).
      Non si erano più viste da molto tempo le squadre francesi, neppure dopo la famosa pace di Riswich; ma in quest’anno comparvero in Palermo a’ 25 di giugno quindici galee di questa nazione, ch’erano comandate dal governante di Marsiglia, il quale nella sua galea inalberò i gigli di Francia.