Il buon Carlo II andava a sera; la di lui salute era così mancata, che pronosticavasi che presto sarebbe morto: e come non lasciava eredi, si prevedeva una guerra funesta all’Europa. Concorreano alla vasta eredità l’imperadore Leopoldo co’ suoi figliuoli, gli unici della schiatta d’Austria; e per via di femmine credeano di avervi diritto il principe di Baviera, e il Delfino di Francia. Ma le potenze europee erano principalmente intente a procurare che si conservasse la bilancia politica, e ad impedire che non si dilatasse alcuno de’ pretendenti oltra il dovere. Luigi XIV, che prevedea gli ostacoli che avrebbe trovati alle sue mire, si unì alla Inghilterra, e alla Olanda, e con uno espediente nuovo, e non più udito, divise colle medesime la vasta monarchia di Carlo II, assegnando la Spagna, e le Indie orientali al giovane principe elettorale di Baviera, i regni di Napoli, e di Sicilia, e la provincia di Guipuscoa con alcune città al Delfino suo figliuolo, e lo stato di Milano all’arciduca Carlo, secondogenito dello imperadore. Fu questo ripartimento fatto all’Haja l’anno 1698. Carlo II, comechè ammalato, non soffrì di vedersi stracciata la veste prima di morire, e a’ 28 di novembre dello stesso anno fe testamento, e dichiarò il principe elettorale di Baviera solo, ed unico erede de’ suoi stati. Ma [439] disgraziatamente a’ 6 di febbrajo dell’anno di appresso 1699 il mentovato principe dichiarato successore se ne morì, e rese perciò vano il testamento (1938).
      Ripresero allor piede le cabale, e gl’intrighi; e il coraggioso re Cristianissimo in compagnia delle stesse due potenze di Olanda, e d’Inghilterra fece una nuova divisione: accordando all’arciduca Carlo ciò, che si era assegnato al morto principe di Baviera, e lo stato di Milano al duca di Lorena, che avrebbe cesso poi la sua ducea alla Francia, rimanendo il resto nello stato di prima.