Si cominciò secondo il consueto a battagliare co’ manifesti, e poi si venne ai fatti. Non è del nostro argomento il riferire quanto allora accadde fra le potenze belligeranti per lo spazio di tredici anni, e solo secondo le opportunità ne diremo qualche motto, quando vi hanno qualche parte i nostri vicerè, e questo regno.
Noi eravamo tranquilli, trovandoci lontani dal centro delle azioni militari, che doveano tantosto cominciare a sentirsi, ed eravamo intenti a dare le riprove del nostro attaccamento al nuovo re Filippo, e della nostra dispiacenza al trapassato Carlo II. Per conto di questo nel mese di aprile gli furono celebrati in tutte le cattedrali, ed in parecchie altre chiese del regno, i funerali, e sopra tutto nella capitale gli furono resi gli ultimi doveri con una pompa, e magnificenza straordinaria (1946). Al re Filippo poi fu eretta al primo del seguente maggio una statua di marmo bianco (1947), che fu collocata sopra un nobile, e bene intagliato piedistallo ornato di figure, ed iscrizioni, e fu situata dirimpetto la porta della Doganella di Palermo (1948).
Continuava il duca di Veraguas nello esercizio della carica viceregia o per una tacita conferma, o per cedola speditagli da Madrid, che noi non sappiamo; giacchè nè i nostri giornalisti ce lo accennano, nè ne’ regî archivî della cancellaria, e del protonotaro rinviensi alcuna carta, che additi di essere stato egli confermato nello impiego. Più rilevanti affari occupavano allora la corte di Madrid, che non potea certamente rivolgere l’animo al governo di Sicilia.
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