Si seppe la di lui rimozione a’ 28 di giugno; e tutto il regno, e Palermo più di ogni altra città ne restò lieta, dove sino che non partì, ebbe egli ad inghiottire bocconi amari (1950). Si allontanò malcontento da questa capitale ai 22 di agosto, poichè era arrivato il suo successore, e andossene in Ispagna, dove mori pieno di dispiacenza (1951) sull’entrare dell’anno 1711.
CAPO II.
Giovanni Emanuele Fernandez Paceco duca di Ascalona vicerè proprietario, Francesco del Giudice vicerè interino, e capitan generale del regno.
Lo eletto nuovo vicerè di Sicilia fu Giovanni Emanuele Fernandez Paceco marchese di Villena, e duca di Ascalona, ch’era uno dei più favoriti servidori della casa Borbone. La cedola reale, con cui era assunto a questa carica, fu sottoscritta dal re a Madrid a’ 26 di maggio (1952). Prima però che venisse da Spagna in Sicilia, passò qualche tempo; ed ei non giunse in Palermo che a’ 25 di luglio, condottovi da un vascello francese. Nel dì seguente andò servito dal senato alla cattedrale, dove lettosi, ed esecutoriato il dispaccio reale, fe il solito giuramento in presenza del sacro consiglio, e della nobiltà, e prese possesso della nuova carica (1953). Non volle egli dimorare la notte nel regio palagio, giacchè temea, che durante il sole in leone l’aria potesse esser nociva alla sua salute, e perciò in quei pochi giorni, che dimorò in Palermo, andossene sempre a dormire a bordo dello stesso vascello, su cui era venuto.
Questo fu l’apparente motivo, per cui questo vicerè disse di voler portarsi in Messina, dove l’aria è più pura; come fece, essendosi partito dalla capitale al primo del seguente agosto.
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