La guerra, che si era intrapresa in Italia, non fu meno dispendiosa delle altre, che sostenevano i Gallispani nella Spagna, e nei Paesi Bassi. Perciò erano necessarî de’ sussidî per sostenerla, e inoltre mancavano alle truppe i cavalli per montare i reggimenti di cavalleria. Il cardinale del Giudice fu dunque incaricato di provvedere a’ bisogni del re, e perciò con suo bando de’ 4 di maggio ordinò in primo luogo, che tutti coloro che nel regno avessero cavalli, così nobili, che ignobili, fossero tenuti dentro lo spazio di quattro giorni di rivelare per gli atti della regia segrezia, o delle corti de’ capitani, e delle università di qualunque città, o terra, il numero, che ne possedevano, ancorchè servissero per uso di carrozze, o di calessi, sotto la pena di perderli, se trascuravano di palesarlo: e ciò ad oggetto di potersi scegliere quelli, che potessero servire per la guerra nel Milanese, pagandosi dalla corte al giusto prezzo (1967). Rispetto poi ai sussidî che ricercava il re, convocò per i 21 del medesimo mese l’ordinario parlamento, affine di provvedersi nella miglior forma alle angustie, nelle quali trovavasi il regio erario.
Radunatisi nel prescritto giorno i tre ordini del regno nella sala del regio palagio, il cardinale con una eloquente orazione palesò a’ medesimi le urgenze, nelle quali si trovava il sovrano per le molte guerre, che stava sostenendo nelle Fiandre, e in Italia, per conservarsi sul capo il serto reale; rappresentò poi, che questo monarca si era conferito di persona nel regno di Napoli, per poi passare in Lombardìa alla testa de’ suoi eserciti, affine di discacciarne i Tedeschi, e di far godere a’ suoi vassalli la desiata pace.
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