Queste dimostrazioni fatte al primo avviso della nascita del serenissimo infante Ferdinando non erano bastevoli per attestare l’allegrezza dei Siciliani, e sopratutto dei cittadini della capitale; e perciò il senato di Palermo col consenso del marchese di Balbases determinò di fare per questo felice parto delle grandiose feste, le quali, acciò si preparassero con magnificenza, furono differite sino al seguente mese di novembre (2003). Arrivato questo mese si diè principio nel dì 12 da’ rendimenti di grazie, e fu fatta una divota processione, nella quale furono portate attorno le reliquie dei santi protettori della città, e di poi furono cantati i solenni [456] vespri nella cattedrale. Nel seguente giorno fu tenuta cappella reale nello stesso tempio, dove cantò la messa pontificale l’arcivescovo Mr. Gasch. La stessa messa fu replicata nel dì 14 per tutte le altre chiese, e in esse furono recitate le litanie, ed altre preci per lo stesso obbietto. Terminate le feste sacre, duranti le quali fu sempre alla notte illuminata la capitale, si godettero le profane, le quali consisterono nella solenne cavalcata secondo il costume di quel tempo, in tre giuochi del toro nella piazza del regio palagio, ed in un elegante fuoco artifiziato, a spese però del regio patrimonio nella stessa piazza (2004).
Dopo queste dimostrazioni di gioja il vicerè cominciò ad inghiottire degli amarissimi bocconi. Nel dì 7 di gennaro 1708, la viceregina Isabella la Cerda, ed Aragona se ne morì. Era questa dama venuta da Civitavecchia nell’anno antecedente, ed era arrivata ai 20 di settembre condotta dalle galee di Sicilia (2005). Ne fu egli dolentissimo; ma per non affligere la città, ordinò che fosse privatamente seppellita nella chiesa del convento di s. Teresa fuori la Porta Nuova.
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