Spacciavasi per s. Giuseppe, ed animava la plebe a rivoltarsi contro il governo, e contro le soldatesche, che erano di fresco arrivate (2025). Fu perciò tosto carcerato. Or dovendosi a costui fare il processo mentre era nelle mani della giustizia, se altro delitto avuto non avesse, sarebbe stato certamente mandato all’ospedale dei matti. Ma frugatesi le carte, che tenea in casa, si trovò che ei avesse carteggio con Napoli; e posto alla tortura confessò, che avea in animo di tradire la patria, e il re, chiamando gli Austriaci al dominio di questo regno. Fu dunque condannato, come rubello, ed ai 21 di agosto fu trovato strozzato, ed appeso per un piede alle forche piantate nella piazza della Marina con un cartello, in cui a lettere cubitali stava scritto: D. Prospero Fialdi inimico di Dio, e di Sua Maestà, e traditor della Patria (2026). Nel giorno seguente fu condannato a morte, e passato, come suol dirsi, per le armi un soldato, che era arrivato da [464] Messina. Il delitto di costui era di avere sparsa la notizia, che agli otto del seguente settembre sarebbe ritornato col suo reggimento il conte di Maonì, per saccheggiare la città (2027). Sarebbe stata questa voce capace di sollevare nuovamente il popolo di Palermo, se col castigo di questo bugiardo rapportatore non fosse stata suffogata nel primo suo nascere.
      Sebbene il marchese di Balbases fosse contento nell’osservare che in Palermo era ritornata la tranquillità, nondimeno era molto angustiato dalle notizie, che ricevea giornalmente delle perdite, che facea di continuo la casa Borbona, e temea che non venissero gli Austriaci dopo tante conquiste ad impossessarsi del regno di Sicilia, alla conservazione del quale era egli destinato.