Arrivato il principe Pio in quella città, ordinò la rassegna di tutti i cittadini, che fossero atti alle armi, e disegnò un luogo che fosse sottoposto al cannone del castello, per eseguirsi. Dapoichè i cittadini vi si radunarono, furono circondati dalle milizie, e disarmati. Di poi furono carcerati coloro, ch’erano sospetti d’intelligenza cogli Austriaci, e gli altri furono rimessi alle loro case, ma senz’armi. Con questo stratagemma inabilitò il principe Pio quegli abitanti a rivoltarsi. Indi avendo migliorate le fortificazioni, e lasciata in Trapani una sufficiente guarnigione, ne partì contento di avere assicurata la frontiera la più esposta della valle di Mazara (2036).
Non fu molto tranquillo per la Sicilia l’anno seguente 1709. La guerra, che il re Filippo V sostenea in Ispagna, e in Portogallo, e la custodia del regno di Sicilia ricercavano molto denaro; e perciò s’imponeano continove tasse e contribuzioni, per soccorrere il monarca, e per supplire alle spese, che si faceano nel regno; e soprattutto ne erano aggravati i nobili, ed i legali. La carestia afflisse ancora la nostra isola, e le epidemiche malattie, che ne sono inseparabili, furono anche perniciose a’ Siciliani, dei quali un gran numero ne restò estinto. I Napolitani ancora ci tormentavano. Fatti eglino nemici, per il cambiamento del governo, scorrevano con galeotte, o felughe i nostri mari, e dove poteano farlo con sicurezza, scendevano nelle spiagge, e predavano (2037). Ma il peggiore dei mali era la diffidenza, in cui era entrato il governo, che con eccessivo rigore puniva coloro, sui quali cadeva sospetto che fossero affezionati alla casa d’Austria.
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