Ne furono rese in Palermo pubbliche grazie al Dio degli eserciti al primo di febbrajo, sebbene ne fosse lontano il marchese di Balbases, e furono anche nel detto, e ne’ seguenti due giorni fatte le illuminazioni per tutta la città. Il senato inoltre volle addimostrare il suo attaccamento al re Cattolico, giacchè in detti tre giorni fu veduto camminare per l’ampia strada del Cassero un carro trionfale; e nella piazza Vigliena vi furono collocati alcuni palchi di suonatori, che rallegravano colle loro sinfonie i cittadini. Nel secondo dì nella piazza del regio palagio fu giocato un artifizio di fuoco, e nell’ultimo vi fu la solenne cavalcata della nobiltà; e poi terminarono queste feste, delle quali ne fu fatta in istampa la descrizione dal segretario di esso magistrato Pietro Vitali (2042), con una serenata, e una festa di ballo nel palagio senatorio. Fu anche coniata nella regia Zecca una medaglia di argento in memoria de’ felici successi delle armi spagnuole.
      Quantunque gli affari del re Cattolico in Ispagna andassero felicemente, quelli del re Cristianissimo non dimeno declinavano di giorno in giorno; in guisa che per sostenersi la corona fu costretto ad umiliarsi ai superbi Olandesi, ed Inglesi, e a chieder loro la pace. Fu perciò stabilito un congresso in Geltrudeberga, dove i collegati ebbero il coraggio di proporre a Luigi XIV, che, se volea la pace, dovea per preliminare obbligarsi a discacciare nello spazio di due mesi il nipote Filippo V dalla Spagna colle sue armi (2043). Questa proposizione assurda, ed inumana lo fe inorridire; e non sperando di ottenere migliori patti da’ suoi nemici, adoprò la più fina politica per distaccare gl’Inglesi dagli Olandesi; e felicemente vi riuscì, essendosi ridotta la regina Anna a gustare i ragionamenti di pace, e a trattarne segretamente la negoziazione (2044).