Scrisse il Mongitore (2055), che nello stesso mese approdarono in Palermo due vascelli inglesi, e che il comandante di essi si abboccò col principe della Cattolica, cui disse, che per il trattato ch’erasi ultimato in Olanda, si era convenuto che la Sicilia si cedesse al duca di Savoja; ma che la sua sovrana [473] bramava di sapere, se questo cambiamento fosse a grado de’ Siciliani. Chiese questo cavaliere palermitano spazio a rispondere, e, dopo di aver consultato i magnati del paese, riferì a nome di tutti al ridetto capitano inglese, ch’eglino non aveano verun riscontro di questa novità dalla corte di Madrid, che avrebbono perciò riconosciuto sempre per loro legittimo sovrano il re Filippo V, e che non recando egli lettere di questa pretesa cessione, non si credeano in obbligo di dargli veruna risposta. Il comandante inglese, udite queste parole, levò le ancore, e partì.
Ora, per ritornare alla scissura fra la corte romana, e quella di Sicilia, e raccontare ciò, che accadde sino che non prese le redini del nostro regno Vittorio Amedeo II, egli è a sapersi, che il breve del papa a Mr. Gasch, e la lettera circolare a’ vescovi, che non aveano aderito alla pubblicazione della lettera della congregazione della immunità ecclesiastica produssero quello effetto, che si desiderava dalla corte del papa, la quale non lasciava di minacciare la sospensione dello esercizio della loro dignità a questi prelati, se prontamente non ubbidivano. L’uno dietro l’altro in meno di un anno la pubblicarono.
| |
Mongitore Palermo Cattolica Olanda Sicilia Savoja Siciliani Madrid Filippo V Sicilia Vittorio Amedeo II
|