Ci dispensiamo dal riferirla, imperocchè fu questa promulgata da Pietro Vitale segretario del senato palermitano nel libro che ha per titolo: la Felicità in trionfo.
      Dopo le grandiose feste fattesi in Palermo per la entrata, e la coronazione del re Vittorio Amedeo, e della regina Anna sua sposa, fu dato luogo all’ambasciadore della religione di Malta il Balio Spinola. Fu egli ammesso alla prima solenne udienza ai 5 di gennaro dell’anno seguente 1714, in cui fe la sua pubblica entrata accompagnato dalla primaria nobiltà, e giusta il ceremoniale convenuto prima, per non darsi luogo alle etichette, e portatosi al regio palagio fu ricevuto dal re. In capo a quattro giorni, cioè nel dì 9 dello stesso mese, ritornò in gran gala alla detta abitazione reale, dove trovò il sovrano in soglio, ed assistito dai grandi di corte, e da tutto il sacro consiglio. Allora avvicinatosi al regio trono, a nome della sua religione diede il giuramento di fedeltà per le isole di Malta, e del Gozzo, che possiede.
      Fattasi questa funzione, si applicò il monarca a provvedere i posti vacanti; scelse i nuovi inquisitori, e promosse al vescovado di Patti l’abate Barbara, escludendo il padre Rodriquez provinciale del terzo ordine di s. Francesco, ch’era stato eletto dal re Filippo V (2068). Si applicò inoltre a trovare i mezzi [479] di render felice il suo nuovo regno, curando di far risorgere il commercio esterno, che si era da tanto tempo interrotto, e di facilitare l’interno ancora. Grandissime, e vaste erano le idee, che ei concepito avea, per vantaggiare gl’interessi della Sicilia, e i suoi ancora; e se avesse avuto il tempo, e l’agio di eseguirle, forse questa isola non avrebbe invidiate le più ricche nazioni dell’Europa: tale è la fortunata sua situazione, e tale la abbondanza e la fertilità, di cui fu dalla natura dotata, che con poco studio potrebbe divenir ricca, ed arricchire i suoi sovrani.