Ritornato il marchese della Ginestra dal campo spagnuolo, dove era stato accolto con cortesia, e gentilezza, ed avendo riferite le risposte del comandante marchese di Lede, fe il senato di Palermo stendere alcuni capitoli a nome della città, la di cui esecuzione ricercava, per rendersi agli Spagnuoli (2107), e scelse Francesco Ferdinando Gravina principe di Palagonia, e Girolamo Gravina principe di Montevago, come ambasciadori della città, perchè recassero i detti capitoli al comandante dello esercito. Partirono questi cavalieri con nobile equipaggio nel terzo giorno di luglio, e arrivati al campo si presentarono al marchese di Lede, da cui furono graziosamente accolti, ed esibirono le dimande, che facea il senato di Palermo. Furono queste nella maggior parte accordate, e ad alcune di esse fu apposta qualche limitazione (2108).
Lo stesso giorno, in cui si portarono al campo a Solanto gli ambasciadori del senato, il conte Maffei di buon mattino scappò dalla città colla viceregina, e prese la via di Morreale, e poi quella della Piana de’ Greci, accompagnato dalla cavalleria savojarda. La sua precipitosa fuga gli fe abbandonare il regio palagio, e il quartiere de’ soldati, in guisa che fu d’uopo al pretore di mandare nel primo una compagnia di artisti per la custodia degli archivî, che ivi sono conservati. Prima di partire però, fe bruciare tutte le scritture della sua segretaria, e tutti gli esemplari della opera di Andrea Marchese intorno a’ parlamenti di Sicilia, che si era allora ristampata con certe aggiunte, e un discorso preliminare del canonico Antonio [495] Mongitore.
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