CAPO VII.
      Giovan Francesco de Bette Marchese di Lede vicerè.
      Non v’ha dubbio che il marchese di Lede nel giorno 6 di luglio sia venuto alla cattedrale di Palermo a prender possesso col carattere di vicerè, e che abbia poi continuato nella stessa carica a dare le provvidenze per lo acquisto delle altre città della Sicilia, e per il regolamento del regno. Lo attestano i nostri scrittori allor viventi (2110), ed egli stesso ne’ suoi ordini, che promulgò, s’intitola vicerè, e capitano generale di questo regno di Sicilia. Purnondimeno noi non abbiamo documento nella nostra cancellaria della elezione di questo cavaliere in vicerè di Sicilia prima de’ 15 di luglio dell’anno 1719, come in appresso diremo. Laonde sospettiamo a ragione, ch’ei nel dispaccio, con cui veniva destinato alla conquista della Sicilia, sia stato incaricato di prender possesso a nome del re delle città, che si andavano occupando, e di governarle interinamente col carattere di vicerè, e di capitano generale; e che poi impossessatosi della isola abbia l’anno seguente ricevuta la cedola, con cui era eletto vicerè proprietario di tutto il regno per anni tre. Partì egli adunque nel mentovato giorno 6 di luglio a cavallo dalla casina suddetta del duca di Sperlinga sulle ore 21 e mezza, e venne sino alla piazza dirimpetto la chiesa di s. Teresa, fuori la Porta Nuova, dove trovò il senato col primo titolo, ch’è il principe di Butera, e montato con essi nella carrozza senatoria andò alla cattedrale, dove ricevuto dal clero, dal ministero, e dalla nobiltà, giurò al solito la conservazione dei capitoli, e delle leggi del regno, e la osservanza de’ privilegi della città, ed indi venne al regio palagio, dove si trattenne sino a sera, per ricevere le congratulazioni di tutti i ceti, e di poi si restituì al campo nella sua abitazione (2111).