Andava in traccia il Bing d’incontrare la flotta spagnuola, per presentarle la battaglia. La sopraggiunse al promontorio di Pachino, e se le avvicinò per attaccarla. Era questa comandata dall’ammiraglio Castagnedo, il quale sebbene conoscesse di non avere il vento propizio, non potè nondimeno isfuggere la disfida; e perciò vi si preparò, dividendo in due colonne la sua armata. Dato il segno della battaglia, si attaccarono le due squadre, e guidate da due così bravi comandanti si batterono con uguale valore: ma per sventura degli Spagnuoli il Castagnedo fu ferito gravemente, e perciò costretto a ritirarsi. Tanto bastò perchè la vittoria si dichiarasse per gl’Inglesi. Vi persero gli Spagnuoli il vascello comandante, e dieci altre navi, sei delle quali furono consunte dallo incendio. Quindici vascelli, e le galee a sorte scapparono dal pericolo, ed in capo ad otto giorni approdarono in Palermo (2121). Accadde questa disfatta nel dì 11 di agosto. Il Bing trionfante colla sua preda ritornò a Reggio di Calabria, contento di avere con questa vittoria ottenuto il dominio dei nostri mari, per cui impediva alla Spagna di potere a suo bell’agio spedire dei soccorsi nel nostro regno.
Malgrado questa sconfitta, che fu molto considerabile per il re Cattolico, continuava il marchese di Lede a fare le sue conquiste per terra, e a stringere lo assedio della Cittadella, e del castello del Salvadore in Messina, che erano i due forti, che gli restavano a superare per potersi assicurare di quella città. Mentre continuavano questi assedî, spedì egli delle truppe verso Taormina, e la ebbe in potere a 28 di agosto.
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