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      Ferì sopratutto i ministri della giunta, che si vedevano privi del consorzio degli uomini, e dispregiati da quel popolo, ch’eglino aveano fatto tremare; il quale li considerava quali tiranni, che aveano maltrattati i benemeriti cittadini. Nacquero intanto de’ scompigli; si esaminò, s’era espediente di cassare gli atti della giunta, come parea che dovesse farsi in virtù dell’ordine reale, e se era d’uopo di assolversi coloro, ch’erano stati scomunicati. Furono discordi gli avvisi de’ ministri destinati a questo esame. Altri opinarono che non facea di mestieri la pretesa assoluzione, essendo stata ingiusta la scomunica, e che gli atti doveano sussistere; perchè gli esiliati aveano disubbidito agli ordini del governo. Non potendo accordarsi fu rimesso lo affare al marchese di Lede, il quale nulla rispondendo intorno all’annullazione degli atti, che tuttavia esistono, rescrisse, che il servigio del sovrano ricercava che fossero gli scomunicati assoluti (2125).
      Rincrescea a costoro il dovere eseguire i comandi reali; alcuni di essi coraggiosamente si presentavano ne’ templi, e alle processioni; pretendendo di restarvi con violenza; ed altri più prudenti ne faceano delle lagnanze al consultore, dolendosene come di uno intollerabile aggravio. Gli stessi ministri, alcuni de’ quali erano membri della giunta stabilita dal marchese di Lede, cercavan di attraversare la esecuzione degli ordini sovrani: impedendo sotto frivoli pretesti il ritorno degli esiliati. Bisognò nondimeno che tutti ubbidissero; astenendosi dallo intervenire nelle funzioni ecclesiastiche, se non erano ancora assoluti coloro, che prima o voleano di forza assistervi, o dolevansi di questo divieto.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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