Le trame ordite da questo porporato non ebbero il desiato effetto, e tutte svanirono, parte, perchè la sorte voltò faccia, e parte, perchè si venne a capo di penetrarle (2130).
[503] Queste disgrazie accadute alla Spagna, e l’odio delle potenze, che lo Alberoni volea debellare, fecero piombare tutto il furor della guerra sopra la misera Sicilia, dove nei due anni 1719, e 1720 accaddero così frequenti, e crudeli azioni fra le milizie, che a stento il nostro regno potè salvarsi dall’intero esterminio. Erasi cambiato in blocco, dopo tanti tentativi, l’assedio di Milazzo, e la corte di Madrid era così ostinata a volerne il possesso, che per acquistarlo profondea tesori. Fin dal novembre dell’anno antecedente 1718 era arrivata in Palermo una tartana carica di moneta, unicamente destinata per questa impresa: la quale per ostentazione si fe passare sopra i carri per la spaziosa strada del Cassero (2131). Ma non era minore l’impegno delle potenze collegate per impedirne lo acquisto. Non trascuravano il conte Daun vicerè di Napoli, e il conte Colloredo governatore di Milano, di arrollare delle soldatesche, e di provvedere viveri, e munizioni, per spedirle in Sicilia, non già per mantenere quest’isola al re Vittorio, ma per discacciare gli Spagnuoli, ed entrarvi al possesso l’augusto Carlo VI, secondo il convenuto trattato di Londra.
Entrando il mese di maggio tutto cambiò di aspetto; gli Spagnuoli, che così prosperamente si erano inoltrati nel regno, passando da un acquisto nell’altro, cominciarono a poco a poco a rinculare.
| |
Spagna Alberoni Sicilia Milazzo Madrid Palermo Cassero Daun Napoli Colloredo Milano Sicilia Vittorio Spagnuoli Carlo VI Londra Spagnuoli
|