Gli assediati, che ne stavano alla difesa, non lasciavano di respingere i Tedeschi, adoprando le artiglierie, gli archibugi, i sassi, e perfino le pentole piene di pece liquefatta. A misura che si avvicinavano gli Austriaci, o cadevano morti o restavano gravemente feriti, e bisognava rimpiazzarsi con delle fresche truppe (2149). Il macello fu grande, e si calcola, che fra morti, e feriti vi restassero degl’imperiali danneggiati in questa azione venti mila uomini. Finalmente dopo tante vittime immolate alla sua ostinazione, riuscì a questo generale di superare tutti gli ostacoli, e di mettere piede nella mezza luna, dove si fortificò (2150).
Forse sarebbe stato agevole agli Spagnuoli, atteso il piccol numero, al quale erano ridotti i Tedeschi, di discacciarli dalla mezza luna: ma per fatale loro disgrazia giunse nel porto di Messina il conte di Boneval con un poderoso rinforzo di truppe. Con questo nuovo soccorso fu dato a’ 18 dello stesso mese un altro assalto non meno micidiale; e comunque non fosse riuscito agli assalitori d’inoltrarsi, purnondimeno gli assediati cominciarono a perder coraggio, essendo già mancate le provvigioni da guerra; giacchè non vi erano rimaste nella piazza, che quattro barrili di polvere. Lo Spinola in questo stato di cose chiamò a consiglio gli uffiziali, e facendo loro presente la situazione, in cui era la piazza, chiese il loro avviso. Furono tutti concordi, ch’era imprudente condotta l’ostinarsi di vantaggio, e ch’era d’uopo di rendersi a quelle plausibili condizioni, che si potessero ottenere.
| |
Tedeschi Austriaci Spagnuoli Tedeschi Messina Boneval Spinola
|