In questo intendimento fe salire nel dì 24 per la scoscesa valle del Porco sei compagnie di granatieri, acciò occupassero la cima di quel monte, e di là facessero fuoco contro gli Spagnuoli. Riuscì questo disegno; tardi sene accorsero quelle soldatesche; e sebbene da’ comandanti si fosse distaccata la cavalleria, per farne sloggiare i granatieri alemanni, questa nondimeno non potè riuscirvi, e le fu d’uopo di ritirarsi. Guadagnato il monte, spedirono gl’imperiali il torriere, e quattro religiosi riformati, che per caso si ritrovavano in quella campagna, al pretore, per dargli avviso, ch’eglino erano già padroni di quel monte, che dominava la città: lusingandosi, che a questa notizia avrebbe egli presentate le chiavi al comandante loro. Ma il conte di s. Marco non si mostrò inteso di questa notizia, e continuò a tenersi neutrale, e ad invigilare alla custodia della patria (2167).
L’ammiraglio Bing fu allora incaricato di occupare le due già mentovate tonnare: ed egli nel giorno 26 sulla sera fe accostare due suoi vascelli, due palandre, e nove lance, per disbarcarvi le truppe; e felicemente vi riuscì, malgrado la opposizione della cavalleria spagnuola, ch’era accorsa per impedirne lo sbarco. Il continuo fuoco delle artiglierie de’ vascelli, e delle palandre la tennero lontana, e temendo di non andare in aria, ebbe a ritirarsi, e a soffrire che sotto i proprî occhi gl’imperiali scendessero agiatamente in terra, e s’impadronissero del terreno di quelle tonnare (2168).
Guadagnavano questi di ora in ora nuovo terreno, e già si avvicinavano al Molo, e all’Acqua Santa; e a misura che s’inoltravano, piantavano su’ luoghi occupati le loro trincee.
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