Dovea nella capitale farsi l’acclamazione di Carlo VI; e siccome cadea l’anniversario della di lui nascita al primo di ottobre, così fu risoluto di differirla sino a’ 29 di settembre, per unire queste due festività, e per darsi il tempo opportuno a’ necessarî preparamenti. Arrivato il detto giorno comparve la città in gala; la strada del Cassero fu tutta adornata di drappi, per cui passeggiò la nobiltà vestita riccamente con treno di carrozze, e di livree; e la sera per tutte le vie vi fu illuminazione. Nel dì 30 fu Cesare acclamato colla consueta cavalcata, che abbiamo altre volte descritta; solo che, non potendo il vicerè per la sua avanzata età montare a [515] cavallo, v’intervenne assiso su di un ricco carrozzino. Erano eretti ne’ soliti luoghi i cinque archi trionfali con emblemi, ed iscrizioni alludenti a questa fausta occasione, e la sera fu replicata la illuminazione. Nel terzo giorno poi, cioè al primo di ottobre, fu cantato il Te Deum nel duomo, colle consuete salve de’ castelli, e delle soldatesche, e fu veduta per la terza sera la città illuminata. Vollero particolarmente appalesare la loro divozione all’augusto sovrano il principe di Resuttano, e il marchese di Geraci, avendo invitato il vicerè, la viceregina, e la nobiltà ne’ loro palagi, intrattenendoli con musica, e con copiosi rinfreschi. Fu nei seguenti giorni celebrata la esaltazione dello stesso sovrano nelle due accademie de’ geniali e del buongusto, dove le muse cantarono le di lui lodi (2176).
Il senato di Palermo, oltre la magnificenza, con cui concorse all’acclamazione di Carlo VI ne volle eternare la memoria con due medaglie di argento, coniate nella zecca di questa città a spese del medesimo.
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