In una di esse eravi la effigie dello imperadore, attorno alla quale stava scritto: CAROLO. VI. IMP. HISP. SICILIAE. ET. HIER. REGI. III; e sotto S. P. Q. P. Stava nel rovescio espresso il genio di Palermo nel suo aspetto di vecchio coronato con serto reale, e seduto in una conca d’oro, col serpe al petto, il quale colla sinistra tenea una carta geografica rappresentante la Sicilia. Stendea le ali sopra la immagine di Palermo un’aquila, la quale collo artiglio destro stringea una corona reale, e nel sinistro portava un ramo di ulivo, colla epigrafe allo intorno: OBUMBRAVIT. ME. IN. DIE. BELLI. L’altra medaglia esprimea nel diritto la stessa immagine dello imperadore, e la medesima iscrizione; e nel rovescio rappresentava una nave spinta da un prospero vento australe verso il porto, col motto: AB. AUSTRO. PROSPERITAS. ET. FELICITAS. (2177).
Volle anche questo magistrato perpetuare con una iscrizione marmorea la ricordanza dell’acclamazione dello augusto imperadore. Fu questa inalzata alla facciata della sua casa, dirimpetto la fontana, dove più non esiste, essendosi levata, quando tornò a dominare la famiglia Borbone; e dicea così:
Carolo VI.
Imperatori. Semper. AugustoHispaniarum. Et. Siciliae. Regi. III.
Austriaca. Ex. Sobole. PrognatoRegno. Ad. Pristina. Iura. Redeunte
Post. Exactam. Hac. In. Urbe. Regum. SedePrimariam. Publicae
Inaugurationis. PompamNicolao. Pignatelli
Heracleae. Et. MontisleonisDuce. Prorege
In. Fidei. Et. Amoris. PignusAeternitatis
Hoc. In. Lapide. MonumentumIure.
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