Fu dunque eletto al viceregnato di Sicilia per dispaccio dato in Lussemburg a’ 9 di maggio 1722 F. Gioachino Fernandez Portocarrero, che era di distinta famiglia spagnuola, e di quelle che aveano sempre aderito alla casa d’Austria. Noi osserviamo di particolare in questa cedola una formola, che non abbiamo altre volte osservata. Vien egli promosso a questa carica ad tempus, videlicet etiam annorum (2185), che significa un tempo indefinito. Egli nondimeno governò la nostra isola per lo spazio di sei anni, e n’ebbe al primo triennio la conferma, come in appresso si dirà. Giunse questo nuovo vicerè, accompagnato da sette galee, cinque delle quali erano della sua religione di Malta, e due della squadra di Napoli, in Palermo al primo di luglio, e sbarcò al Molo alla così detta Quinta Casa degli allora esistenti pp. Gesuiti. Nel giorno seguente fu visitato dal Pignatelli, dal senato, dalla nobiltà, e dal ministero. Ricusò per politezza di prendere possesso, se prima non partiva il suo antecessore. Dopo dunque di avere a questi [518] restituita la visita al regio palagio, aspettò il giorno della di lui partenza, che era il dì 6 del mese, e andato colla propria carrozza a prenderlo, lo condusse alla Garita; ed essendosi questi imbarcato sopra una delle galee napolitane, egli montando nel cocchio senatorio, andò alla cattedrale a prendere il possesso, dove fu letta, e registrata la carta di sua elezione (2186). Ritornò poi alla Quinta Casa, nella quale dormì la notte, differendo fino alla mattina seguente di portarsi ad abbitare nel regio palagio.
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